Quella sensazione appena sveglia di passare un'altra giornata tra faccende stereotipate. Cosa ci si può aspettare? Avere quel chiodo fisso dove sei certa che tutto graviti su un barattolo di fruttosio, o all'ultima marca di burro sotto costo.
Succede sempre, preciso come il modellino in scala che presentano in tv. A pranzo, in quell'ora dove ti siedi e stai per assaporare la tua minestra di orzo perlato e lenticchie noti una pubblicità: "Quando hai la diarrea il tuo organismo perde armonia...". NO! L'armonia me la fai perdere tu che propio quando sto per mangiare mi mandi uno tzunami di EMME!... Un toccasana quanda arriva mezzogiorno!
Altro desiderio nella mia vita e solo che la tv trasmettesse cose decenti in orari decenti.
Poi ritorni nel solito pensiero malinconico, soprattutto in giornate uggiose. E rifletti.
Fragole a colazione. Tutto è amore, anche quello che fa male.
Questa capacità di toccare le corde dell’anima solo con le papille gustative assaporando la polpa rossa e profumata è davvero incredibile; ogni emozione mi attanaglia, ogni pensiero affonda le radici e penetra al solo cucchiaio di bontà.
Per me il cibo è un emozione. Un enigma. Una felicità. Un essenza. Un armonia. Una melodia. Una bellezza. Un dono. Una fantasia. Un sogno. Una consolazione. Un amore. E quel trasporto che mi travolge, si scioglie in un abbraccio di dolcezza, mi accarezza l'anima e mi tortura di piacere.
Vorrei vivere solo di questo...
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