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venerdì 26 aprile 2013

Sono cose che capitano

Un discepolo chiede al proprio maestro come evitare una situazione catastrofica: “Sono cose che capitano”, risponde il mistico con un grande sorriso, inspirando profondamente e allargando le braccia.
Esiste, allora, il disastro nella vita di un essere umano? C’è modo di evitare il dolore che esso comporta?
Capitano eventi, apparentemente, inaffrontabili! A tal punto che l’impatto iniziale potrebbe portare il pensiero e l’azione a compiere, a volte, gesti cosiddetti estremi. La disperazione ha la meglio e si tenta di evitare il duro colpo. Ma, forse, con un simile stato d’animo, si arriva solo a una soluzione palliativa.
“Sono cose che capitano” è una risposta che invita ad affrontare l’accaduto, senza evitare la sofferenza. Non è un consiglio intellettuale, ma una spinta a buttarsi in quella situazione, per ascoltarla, per ascoltarsi fino in fondo, con tutto il corpo. Un respiro profondo, un sorriso, il gesto delle braccia del maestro sono la prova di come si possa conquistare, senza cinismo, la facoltà di prendersi un po’ in giro anche nelle difficoltà. E di come si possa dire, sorridendo coraggiosamente, un “Grazie!” alla vita così com’è, nonostante la ferita, nonostante tutto.
“Sono cose che capitano” chiede di non pensare all’accaduto come disastro, ma come ”quello che capita”, come una delle tante contraddizioni che la quotidianità presenta.
Si arriva così a un’accettazione dell’evento, di qualsiasi natura esso sia: la morte di una persona amata, una calamità naturale, un tradimento, un “insuccesso” professionale diventano, allora, eventi di passaggio. S’impara a prendere con distacco un legame, per scoprire, se pur attraverso il dolore, una nuova dimensione; come un veliero che, attraccato da tempo in un porto, scioglie gli ormeggi per solcare altri mari.
Tratto dal sito "Siamo Donne"

martedì 23 aprile 2013

Pronunciare questa frase...

Pronunciare questa frase ‘la vita è bella’, nel tuo periodo più buio, non è cosa da niente. Dirlo forse è più semplice che crederci, ma se ci credi, forse riuscirai a comprendere il vero significato di questa vita..
 Perché la vita è bella non perchè tu hai, ma perchè tu dai, nonostante tutto..
La felicità la trovi nei piccoli gesti quotidiani.. nei silenzi ascoltati.. nei vuoti riempiti.. nei sorrisi regalati e nell'amore vissuto..
La vita è bella se cerchiamo di vivere la felicità e non d’inseguirla.
Roberto Benigni

mercoledì 10 aprile 2013

Le tendenze del momento

 
Sembra che essere stronzi quanto più è possibile sia oggi l'ultima tendenza.
Sai cosa?  E che spesso, molto spesso, troppo spesso non possiamo dire ciò che veramente sentiamo quando qualcosa ci irrita, non possiamo sbottare imprecare contro il mondo perchè c'è stata insegnata la moderazione, perchè c'è una sorta di paura nel potersi esprimere liberamente perchè non sempre si è capiti, non sempre si capisce che quel che si dice è uno sfogo dettato dalla frustrazione e l'anonimato permette questo e altro...se poi la frustrazione è tanta, se ci si sente continuamente calpestati o quella cattiveria e meschinità latente che è insita in ognuno di noi ha una valvola di sfogo nell'anonimato, beh il gioco è fatto...alcuni in questo gioco ci sguazzano, altri con il tempo capiscono che non serve a nulla, che ci fa sentire altrettanto piccoli e meschini e si decide di prendere le distanze perchè in cuor nostro sappiamo che non ci piace essere stronzi...
Ciò non toglie che possiamo scegliere come comportarci. Che sia il super io di freudiana memoria, una questione di mera maturità o semplice e puro rispetto degli altri e dunque di se stessi, dare alle cose il proprio nome, riconoscerle per quello che sono è la vera libertà. Se la constatazione che ci sono ingiustizie ci spinge a essere ingiusti siamo peggio di quelli che critichiamo. Forse il punto è che non abbiamo visto abbastanza film Western...
Si comincia così e poi si propongono i lager per i cretini. Un brutto mondo è quello in cui sembra troppo ragionevole essere cattivi.

lunedì 8 aprile 2013

Chi sono io?

Dico sempre grazie perchè non pretendo nulla e non dò mai nulla per scontato... e questa si chiama gratitudine.
Chiedo scusa se sbaglio perchè non sono perfetta anzi sono orgogliosa di essere imperfetta. Sono sempre attenta a non ferire gli altri anche se gli "altri" non sono attenti con me... e questo è rispetto.
Sono forte... sono impulsiva... sono aggressiva... e poi dietro a quello che vedi ci sono io... io che mi affeziono in fretta... io che credo che ci sia sempre del buono nelle persone... io che dopo tutte le delusioni continuo a fidarmi... io che quando litigo con chi amo piango... io che per aiutare gli altri dò meno attenzione ai miei di problemi... Ecco chi sono Io.
 

martedì 2 aprile 2013

Dolci ricordi

Che bella serata questa.
Mi è accaduto qualcosa di tenero e sorprendente.
A cena ho presentato come antipasto della robiola. Mio marito non è a conoscenza di molti formaggi, ma li gusta con piacere. Sapevo di questa sua debolezza così con tanta semplicità si è tagliato una fetta di pane e si è spalmato un bel ciuffo di latticino. Con tanta sorpresa lui ha esclamato:"Maman Luise!".
Cosa? "Si, Maman Luise! Lo mangiavo sempre da piccolo!".
Che grande piacere mi ha fatto. Ha riscoperto un sapore della sua infanzia, e penso di avergli fatto un bel regalo.
Così ho fatto una ricerca su internet e ho notato che era un formaggio degli anni '80. Ho notato anche la pubblicità su youtube. Sembra strano, non ho trovato una sola foto o un articolo che parla di questo antico latticino, solo delle considerazioni su persone che lo compravano e lo gustavano a tavola, infatti ho fatto la foto con il mio iPhon ad un certo punto del filmato per potervi far capire di cosa sto parlando e condividere questa mia esperienza con voi.
Facendo delle ricerche ho letto che questo formaggio non ha avuto molto successo a fine anni '80 e inizi anni '90 per via dell'insuccesso nel mercato che ha avuto a quei tempi dove ancora non c'era la cultura del cibo e la ricerca di nuovi sapori, così molti prodotti furono aboliti dai bancofrigo dei supermercati e nei piccoli negozietti per dare spazio al classico formaggino (Susanna tutta panna) o le sottilette che accompagnavano la classica rosetta dei ragazzi davanti la tv con  i cartoni di bim bum bam.
Dopo questa bella sorpresa il discorso si è inoltrato sui vecchi sapori del passato. Infatti, ricordo che quando ero piccola mia mamma ci faceva fare merenda con un formaggio cremoso in vasetto di vetro, come la Nutella, si chiamava Dover, questo come Maman Luise ha subito il crollo della pubblicità e non attraeva l'attrazione delle casalinghe di venti anni fa.
Parlando di questi bei ricordi di sapori con mio marito si è ricordato di una novità che non ne ero a conoscenza: le sottilette al cioccolato. Ricorda che facendo visita dalla zia, in Molise, per merenda gli veniva offerto questo strano prodotto, che sinceramente mi è ignaro.
Sono prodotti con cui siamo cresciuti e che ricordiamo con piacere. Ci piacerebbe che ritornino in commercio, ma penso siano alimenti nati solo in un periodo per regalare a delle generazioni cose che in quelle attuali non possono scoprire.